L’addio a fratel Biagio,la speranza dei familiari e il futuro della Missione
L'ultimo addio al missionario laico di Palermo. Una bara semplice, le emozioni degli ultimi che ha sempre difeso e dei suoi cari. Il ricordo di padre Vitrano, fraterno amico e collaboratore
Redazione Telemistretta 18 Gen 2023 17:56
Il volo delle colombe in alto come per simboleggiare il viaggio di Biagio Conte fino al cielo, fino a lassù, in paradiso al termine dei funerali celebrati nella Cattedrale di Palermo. E non c’è dubbio che fratello Biagio sia santo come lo acclamano già i palermitani. Lo è stato in terra accanto agli ultimi, a chi rimane ai margini della società a chi ha perso tutto e ha però ritrovato la pace. Come lui che a 26 anni abbandonò tutto per vivere alla lettera il Vangelo. Quel ragazzo dall’animo irrequieto, dal carattere a volte inquieto ha trovato pace quando ha imparato a guardare oltre gli occhi del suo fratello e in ognuno ha trovato Dio. Lui che ha capito che per essere felici non servono cose, ma solo donarsi agli altri. In Chiesa occhi puntati su quella bara semplicissima, realizzata dai volontari della cittadella del povero, dove non a caso c’era il Vangelo di Matteo aperto sui versetti:
“Avevo fame e mi avete saziato, sete e mi avete dissetato, ero nudo e mi avete vestito, ero carcerato e mi avete visitato.”
Occhi lucidi, cuori gonfio di dolore ma di gioia allo stesso tempo, ognuno raccolto in una intima preghiera rivolta a Biagio Conte. Nelle prime file la mamma e il papà di Biagio, due nonnini addolorati per la perdita di un figlio amatissimo ma mai soffocati dal dolore perché sostenuti dalla speranza una delle ragioni di vita di Fratel Biagio. E c’erano anche le sorelle e le nipoti che alla fine della celebrazione hanno raccontato chi è stato per loro lo zio che le ha sempre chiamate nipotine. Che dono immenso hanno avuto e continueranno ad avere.
Dopo la voce rotta dal pianto delle nipoti la parola è andata a padre Pino Vitrano, l’amico fraterno di Biagio che è stato al suo fianco per 30 anni, che sapeva leggere nei suoi occhi ancor prima che lui si esprimesse… gli è stato vicino fino all’ultimo respiro. Ora tocca a lui, guiderà la missione speranza e carità, ma non ha paura perché non è solo e perché sarà guidato dal suo angelo custode. -INTERVISTA A PADRE VITRANO-
di Lucia Porracciolo