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Operazione Husky e “Marocchinate, il ricordo della Fidapa di Capizzi

13 Ottobre 2018 11:32

Conservare la memoria storica è una delle cose più importanti che ci possa essere e soprattutto ricordare gli eventi storici anche quelli più tristi e dolorosi può servire da monito ed insegnamento per non commettere più certi sbagli e soprattutto per non dimenticare i crimini efferati che sono stati commessi in particolare nei confronti della popolazione civile. Questo in sintesi è stato lo scopo dell’incontro che si è tenuto giovedì 11 ottobre a Capizzi presso l’aula consiliare organizzato dalla Fidapa locale sul 75° anniversario dello sbarco alleato in Sicilia con l’operazione “Husky”.

Come detto a volere fortemente questo convegno è stata la Fidapa di Capizzi che per l’occasione ha invitato grandi personalità ognuna delle quali ha incentrato il suo intervento su tematiche differenti, ma tutte inerenti quel determinato periodo storico e quindi durante la seconda guerra mondiale. L’incontro si è aperto con i saluti del sindaco di Capizzi Leonardo Principato Trosso, della presidente della FIDAPA locale Anna Maria Vivaldi e della tesoriera distrettuale Letizia Bonanno. Ad aprire il dibattito è stato l’ onorevole Antony Barbagallo che ha parlato del circuito dei luoghi dell’operazione Husky in Sicilia, la Proposta di Legge. Barbagallo ha portato avanti questa sua iniziativa e l’Ars ha approvato all’unanimità la sua proposta di inserire lo sbarco del 1943 come giornata della memoria.  Presente anche il sindaco di Troina Fabio Venezia che invece ha incentrato il suo intervento sulla fotografia di Robert Capa che ha immortalato molti momenti del secondo conflitto mondiale proprio nel territorio che va da Troina a Capizzi ritraendo attimi tragici e per certi aspetti drammatici di quella brutta pagina della storia dell’uomo chiamata seconda guerra mondiale. La Fast President della Fidapa di Capizzi Melinda Calandra ha invece parlato dell’iniziativa e di com’è nata e subito dopo Giuseppe Vivaldi Maimone ha discusso di topografia militare. La sociologa e formatrice Maria Pia Fontana invece ha acceso i riflettori su un argomento pertinente e anche attuale come “donne in guerra” e infine Marinella Fiume ha parlato sullo stato delle ricerche sulle cosiddette “marocchinate”. Le “marocchinate” sono state sicuramente una delle pagine più buie durante la seconda guerra mondiale e anche tra le più trascurate dalla storiografia. Con questo termine vengono chiamati gli stupri di massa, gli abusi e le feroci torture subite dal popolo italiano nel 1943, quando inquadrati nel “Corpo di spedizione francese in Italia” sbarcarono sulle nostre coste i soldati marocchini, passati alla storia come liberatori. Nessun tribunale internazionale si è mai interessato alla vicenda, e nessun soldato è mai stato punito per “crimini di guerra” o contro l’umanità. La popolazione di Capizzi ha vissuto da “protagonista” la triste vicenda delle marocchinate con stupri nei confronti delle donne e violenze inaudite nei confronti della popolazione civile con furti e abusi vari.

“Grazie alla scrittrice Marinella Fiume noi della Fidapa, afferma la fast president Melinda Calandra, abbiamo proceduto all’ascolto di decine e decine di anziani raccogliendo testimonianza. Qualcuno di noi però si chiedeva “perché, dopo 70 anni, tirare fuori questo argomento”? Come donna e Presidente della locale Sezione Fidapa non potevo tacere su questa triste vicenda, non potevamo allora non parlare in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne del coraggio delle donne di Capizzi che hanno convissuto con questa umiliazione e questo dolore mantenendo sempre alto il senso della loro appartenenza di genere, di donne, mogli e madri. Non abbiamo mai avuto di mira notizie scandalistiche ed anzi abbiamo voluto evitare che qualcuno potesse strumentalizzare queste notizie per farne un’arma di successo. Le protagoniste di questa brutta vicenda, conclude Melinda Calandra, per motivi anagrafici, sono quasi tutte scomparse, pertanto resta a noi il dovere di ricordare e fare in modo che questa pagina triste della nostra storia non venga dimenticata. Conservare la memoria è l’unico mezzo che abbiamo per rendere loro giustizia. Abbiamo voluto riconciliarci con la nostra memoria.”

 

Giuseppe Cuva