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Un Angelo al Galoppo, Custonaci e San Vito Lo Capo ricordano il piccolo Giuseppe Di Matteo

A 28 anni dal terribile omicidio a Custonaci si è svolta una manifestazione in cui si è voluto ricordare il piccolo Giuseppe Di Matteo

12 Gennaio 2024 14:00

“Un angelo al galoppo” è il nome della manifestazione con cui è stato ricordato a Custonaci il piccolo Giuseppe Di Matteo, allora quattordicenne, a 28 anni dal suo terribile omicidio per mano mafiosa.

Nel novembre 1993, venne rapito tratto in inganno da un gruppo di sequestratori di Cosa nostra, travestiti da poliziotti della Dia,

L’evento è stato voluto fortemente dalle Amministrazioni comunali di Custonaci e di San Vito Lo Capo. Il bambino fu anche prigioniero nel corso del lungo sequestro, per circa due mesi, nella frazione di Purgatorio (al confine tra i due Comuni). Presenti alla manifestazione autorità civili, militari, il prefetto e il vescovo di Trapani, Daniela Lupo e mons. Pietro Maria Fragnelli, e le scolaresche dell’Istituto comprensivo “Lombardo Radice – E. Fermi”, che hanno realizzato un corteo dei colorati e rumorosi flash mob per la legalità nei rispettivi territori.

“La Città di Custonaci, a partire da quest’anno, commemorerà – afferma il sindaco Fabrizio Fonte – il piccolo Giuseppe Di Matteo, e con lui tutte le vittime innocenti per mano mafiosa, ogni 11 gennaio.

La vicenda che ha visto, purtroppo, protagonista il piccolo bambino deve essere un fermo riferimento, ad iniziare dalle nuove generazioni, per contrastare il malaffare mafioso e per portare avanti logiche di legalità nell’attuale società siciliana”.

“Tanti “angeli al galoppo” continua Fonte, verso la costruzione di una Custonaci che, pur non dimenticando il passato, volge il suo sguardo con speranza al futuro di questa Terra.”

Il vescovo Fragnelli, che ha assistito alle esibizioni dei bambini a scuola, ha parlato di pedagogia della speranza, traendo spunto dalle riflessioni degli studenti, una vera e propria rivoluzione culturale che deve partire dalle nuove generazioni per dire no a una cultura mafiosa, che va in contrasto anche con i principi cristiani.

Giuseppe Cuva