Naso, sequestro da 9 milioni di euro per un imprenditore del luogo.
Redazione Telemistretta 20 Lug 2018 16:13
Sequestrati 9 milioni di euro a Naso, il soggetto interessato è Nunzio Ruggieri, imprenditore del luogo nel settore della macellazione e commercializzazione del pellame. Quest’ultimo, avrebbe svolto attività usuraia nel territorio Nebroideo. Nei confronti del colpevole, tra l’altro considerato in rapporti con le cosche di Tortorici, è subito scattato il sequestro di beni da parte della DIA di Messina, supportata dal Centro Operativo di Catania. L’uomo risulta già agli atti di diverse inchieste antimafia perché menzionato dal collaboratore di giustizia Santo Lenzo che lo ha indicato vicino ai Bontempo Scavo. Nel 2002 Lenzo mise a verbale che Ruggeri, tramite Carmelo Armenio “aveva chiesto che fossero incendiati i mattatoi di Sinagra, Barcellona e Giammoro, impegnandosi, nel contempo, a versare lire 50.000.000 all’organizzazione mafiosa” che lo avrebbe verosimilmente favorito. Il raid non andò a termine “per l’opposizione dei rappresentanti della criminalità organizzata barcellonese”. Nunzio Ruggieri, insieme ad altri 20 soggetti, nel 2002 è stato denunciato come utilizzatore di fatture per operazioni inesistenti emesse da una società di San Lorenzo operante nel commercio all’ingrosso di cuoio e pelli. Denuncia scattata dalla Finanza di Melito Porto Salvo; nel 2005, è stato denunciato dal Nucleo Antifrodi del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari di Roma, in ordine ai reati di falso ideologico aggravato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, e rinviato a giudizio quale legale rappresentante di una società oggi sottoposta a sequestro; nel 2012, a seguito di attività di indagine dei Carabinieri di Sant’Agata di Militello, è stato rinviato a giudizio per il reato di usura continuata in danno di un imprenditore agrumicolo. Infine, nel 2016, è stato rinviato a giudizio presso la Procura di Patti, per abusivismo finanziario, a seguito di attività d’indagine della Guardia di Finanza di Capo d’Orlando che ha rivelato l’illecita concessione di mutui con numerose dazioni, tra il 2005 ed il 2010, di somme di denaro per complessivi 794.225 euro. La Dia ha così apposto i sigilli a due imprese comprensive di capitale sociale e compendio aziendale, quota pari al 20% del Fondo Consortile di un Consorzio, 20 unità immobiliari, 23 mezzi personali ed aziendali e vari rapporti finanziari, anche intestati a soggetti terzi per un valore complessivo stimato in 9 milioni di euro.