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Il culto di santa Rita da Cascia, tra rose e preghiere si venera la santa dei casi impossibili

Sono tanti i centri in Sicilia in cui si celebra la santa da Cascia

23 Maggio 2024 13:22

Ce c’è una santa il cui culto è tra i più diffusi e sentiti al mondo quella è santa Rita da Cascia, la santa dei casi impossibili.

Santa Rita durante la sua vita, nonostante disgrazie e lutti dolorosi, non ha mai smesso di cercare la pace e di affidarsi a Dio con profonda fede.

L’esempio di questa magnifica donna continua a commuovere ed emozionare i fedeli che ogni anno il 22 maggio, giorno della sua memoria liturgica, si recano in chiesa per pregare e partecipano alle varie processioni.

Il simbolo per eccellenza della festa di santa Rita è la rosa e nei vari centri in cui si celebra i devoti portano in mano questo fiore che la santa a pochi giorni dalla morte chiese come dono insieme a due fichi, nonostante fosse pieno inverno.

I cortei processionali in ogni luogo sono stati accompagnati da immensa devozione come a Castellammare del Golfo dove da più di 10 giorni si celebrano i festeggiamenti in onore della santa e ieri l’uscita del simulacro è stato accompagnato dal canto dedicato a Rita da tutti i fedeli presenti dinanzi la chiesa.

A Messina Un fiume umano ha salutato anche quest’anno l’uscita di santa Rita dal piccolo santuario di via Santa Marta. Una festa dal sapore semplice, senza botti né luminarie, che profuma di solidarietà e attenzione verso gli ultimi, quelli che stanno ai margini. La statua, sistemata sulla vara in legno realizzata dall’artista Piero Serboli, è stata addobbata con trecento rose arancioni, colore che simboleggia la rinascita della vita e retta a spalla da 14 portatori del Gruppo Ceri Messinesi della parrocchia di San Camillo.

A Mistretta quest’anno la processione è stata resa ancora più suggestiva dalla presenza delle reliquie della santa, che si trovano in città dal 4 febbraio, e che sono state portate in corteo da un gruppo di sole donne. Come sempre, nel centro amastratino la processione è stata anticipata dall’ormai tradizionale benedizione delle automobili per poi proseguire per il solito percorso seguita da molti fedeli anche a piedi scalzi.

A fine processione don Giovanni Lapin ha voluto ribadire di seguire sempre l’esempio di santa Rita, colei che grazie alla fede in Cristo ha reso possibili anche le cose impossibili.

Giuseppe Cuva