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Cosa nostra, patto tra vescovi siciliani e Commissione Antimafia

Protocollo d'intesa tra la Conferenza episcopale Siciliana e l'organismo regionale guidato da Antonello Cracolici. Il vescovo Raspanti: "Più oratori per diffondere la legalità"

8 Maggio 2023 11:34

Diffondere la cultura della legalità e combattere nel concreto ogni forma di mafia e di indifferenza. Questi gli obiettivi del protocollo d’intesa firmato stamattina all’ars tra Antonello Cracolici  presidente della commissione antimafia e Antonino Raspanti vescovo di Acireale e presidente conferenza episcopale siciliana.

“I mafiosi vanno isolati. Vanno colpiti nella loro reputazione. Il mafioso non è un modello da seguire. La lotta alla mafia si fa anche così”, ha detto Cracolici. “Una Caritas della legalitàche servirà a rendere sistemico l’impegno per antimafia e a organizzare meglio il sistema di contrasto all’indifferenza, che è il primo esercito della cultura mafiosa. Dobbiamo realizzare delle reti di partecipazione e conoscenza per creare una cultura della solidarietà operativa in tutta la Sicilia e in grado di marginalizzare la reputazione dei mafiosi, devono sentirsi degli estranei nelle nostre comunità”. 

La Chiesa si pone in continuità con la sua missione principale di salvaguardare le famiglie, i bambini, gli anziani, il protocollo rafforza l’impegno della lotta alle mafie, 
Al protocollo, il primo in assoluto tra Chiesa e Regione,  seguiranno azioni concrete  per esempio la nascita di un oratorio magari in una periferia palermitana.

“Sconfiggere un fenomeno radicato come la mafia esige che le forze in campo collaborino tra loro e facciano rete per creare fermento culturale – ha detto monsignor Raspanti – è un problema di mentalità che richiede una ferma presa di posizione da parte di tutti, per questo abbiamo lavorato per una collaborazione che sia sistemica e non episodica con la commissione regionale Antimafia”.

Nel dettaglio, la composizione dell’osservatorio potrà essere integrata da rappresentanti delle forze dell’ordine o di altre realtà socio-economiche che hanno tra i propri scopi la diffusione della legalità, e sarà in funzione per tutta la durata della XVIII legislatura dell’Assemblea regionale siciliana, al termine della quale sarà sciolto, “ma potrà essere rinnovato con analogo protocollo – si legge nel testo – La partecipazione all’Osservatorio è a titolo gratuito e non dà diritto ad alcun rimborso spese”. Tra i compiti previsti, quello di favorire progetti a sostegno di minori e famiglie e a supporto di quelle fasce di popolazione che più rischiano l’emarginazione sociale. 

La Cesi, dal canto suo, inaugurerà due nuovi centri di aggregazione per ogni diocesi, a sostegno della solidarietà e dell’antimafia sociale. Anno per anno, le attività dell’osservatorio saranno rese pubbliche e divulgate con un evento per suggerire politiche regionali sulla legalità

di Lucia Porracciolo