EH4A0016

Ventennale della Dichiarazione di Messina, conclusa la due giorni dedicata all’Open Access

Il 4 novembre 2004 fu suggellato l’impegno che una larga parte delle istituzioni accademiche e degli enti di ricerca italiani assumevano nel sostenere il modello aperto di comunicazione scientifica.

5 Nov 2024 12:00

Si è conclusa, presso l’Aula Magna del Rettorato, la due giorni di Conferenza dedicata al Ventennale della Dichiarazione di Messina. Le attività sono state contraddistinte da momenti celebrativi, aggiornamenti sulle tendenze in atto in Italia ed Europa e dal confronto fra esperienze avvenute in questi anni a partire dal 4 novembre 2004, data in cui a Messina fu suggellato l’impegno che una larga parte delle istituzioni accademiche e degli enti di ricerca italiani assumevano nel sostenere il modello aperto di comunicazione scientifica. Tale impulso fu motivato dalla ferma volontà di formalizzare l’adesione alla Berlin Declaration sull’Open Access in riferimento alla letteratura accademica.

La Conferenza, che ha esplorato varie tematiche relative alla Scienza aperta venti anni dopo la Dichiarazione di Messina, è stata organizzata dall’Ateneo peloritano in sinergia con l’Università di Torino. I lavori della prima giornata sono stati inaugurati dalla dott.ssa Benedetta Alosi – il cui apporto fu cruciale nel 2004 – la quale insieme al Sistema Bibliotecario di Ateno, che ha coordinato fino al 2023, ha dedicato all’Open Access un lavoro costante con iniziative nazionali volte a diffondere la cultura dell’accesso aperto. Dal 2022 è componente direttivo di AISA e da quest’anno fa parte della commissione Open Science dell’Università di Messina, in qualità di membro esperto.

“Sono davvero molto contenta – ha commentato la dott.ssa Alosi – di essere di fronte ad una vasta platea vent’anni dopo la Dichiarazione di Messina, un evento davvero significativo per il nostro Paese. All’epoca, in un frangente in cui, anche in Italia, l’accesso aperto manteneva la sua peculiare caratteristica di movimento bottom up, la Dichiarazione di Messina ha rappresentato un importante cambio di passo, espressione di una virtuosa responsabilità che una larga parte delle istituzioni accademiche e degli enti di ricerca italiani si assumevano nel sostenere il modello aperto di comunicazione scientifica. Oggi questo impegno è più forte e saldo che mai e punta a proiettare i giovani verso un definitivo cambiamento culturale capace di condurre la comunicazione scientifica su vette condivise ancora più elevate. La Scienza Aperta propone un modello di integrità, valutazione, correttezza, condivisione di dati e risultati che permette alla ricerca di essere concretamente al servizio esclusivo della collettività; nel 2014 l’impegno fu rinnovato con la firma di una Road Map di linee guida da seguire e su questa strada bisogna ancora continuare per la piena affermazione dell’Accesso Aperto”.

Ha, poi, preso la parola il Prorettore Vicario, prof. Giuseppe Giordano: “Desidero ringraziare tutti i presenti, in particolare lo SBA d’Ateneo, la dott.ssa Alosi e la dott.ssa Giglia in rappresentanza dell’Università di Torino che affianca UniMe nell’organizzazione di questo importante evento che ci consente di puntare i riflettori su un episodio epocale del cammino legato alla buona pratica dell’Accesso Aperto. Quel 4 novembre 2004 ha scolpito un momento indimenticabile contraddistinto da impegno e unità di intenti ad ampio raggio. In questi anni, il nostro Ateneo ha proseguito su questo filone e, a riprova di ciò, ha recentemente avviato la Messina University Press, la casa editrice Open Access attraverso cui promuove la libera divulgazione in rete dei risultati della ricerca scientifica e di interesse generale. Sono, inoltre, particolarmente lieto di partecipare a questa conferenza dal momento che dieci dei miei quarantacinque anni di legame con UniMe li ho trascorsi in qualità di bibliotecario. Il mio maestro, prof. Girolamo Cotroneo, fu il primo delegato dalla formazione del Sistema Bibliotecario d’Ateneo e quel decennio fu per me fondamentale per aprire la mente ed apprezzare l’importanza della condivisione dei saperi, sia scientifici che non. La collaborazione scientifica, come dimostra la storia, è uno strumento potentissimo capace di portare anche quel messaggio di pace che il mondo di oggi sta cercando”.

Hanno, inoltre, relazioneranno Jean Claude Guédon (Professore onorario dell’Università di Montreal), François Dechamp (Head of Unit Open Science, European Commission), Pierre Mounier (Deputy Director Open Edition), Sara Garavelli (EOSC Board of Directors), Erzsébet Toth-Czifra (Coalition for the Advancement of Research Assesment Reform), Barend Mons (Scientific Director of GO FAIR). Ha introdotto e moderato la dott.ssa Elena Giglia (Università di Torino) da anni impegnata concretamente in attività di sostegno, implementazione e sviluppo dei paradigmi dell’Accesso Aperto.

Oggi l’Accesso Aperto – ha dichiarato la dott.ssa Giglia – rappresenta una parte di quel movimento più ampio che è la Scienza Aperta. Sono felice di essere qui perché questo evento rappresenta una tappa importante vent’anni dopo una Dichiarazione senza la quale non sarebbero stati ottenuti molti traguardi. L’occasione di fare un bilancio consente anche di trovare la spinta giusta per proiettarsi verso nuovi risultati, sia a livello nazionale che internazionale”.

Il secondo giorno di conferenza è stato aperto dai saluti istituzionali della prof.ssa Giovanna Spatari, Rettrice dell’Università di Messina, e del prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Ateneo di Catania e Coordinatore della Commissione Ricerca e Dottorato della CRUI.

“Saluto i presenti – ha detto la Rettrice – e ringrazio lo SBA d’Ateneo, in particolare la dott.ssa Alosi che è stata la colonna portante del nostro Sistema Bibliotecario, il dott. Femminò, la prof.ssa Dugo ed i colleghi dell’Università di Torino, con cui condividiamo un passato comune ed uno sguardo al futuro sempre più orientato in direzione della Scienza Aperta. Vent’anni fa molti Atenei ed Enti di ricerca si avvicinarono con coraggio per collaborare ad una visione connessa alle potenzialità dell’Accesso Aperto. La memoria storica ci aiuta a vivere il presente in maniera diversa, ma anche a lanciare i nostri ragazzi, che sono felice di vedere in Aula così numerosi, verso il futuro dell’Open Access. Oggi celebriamo e rinnoviamo un impegno orientato al bene comune, consapevoli che la Scienza Aperta è capace di regalarci sfide concrete molto preziose. Ciascuno di noi, in ogni ambito della ricerca, deve raccoglierle per dare il proprio contributo di collaborazione sia in campo nazionale che internazionale”.

“Sin dagli albori della Scienza Moderna – ha aggiunto il prof. Priolo – l’impulso dell’osservazione diretta e della verifica ha sempre consentito il progresso. Verificare un dato o un risultato significa anche condividerlo con gli altri. Da questa coscienza è nato quel moto di intenti comune che portò alla Dichiarazione di Messina e sono contento di partecipare a questa lodevole iniziativa per poterlo ribadire con forza. La Scienza Aperta è un patrimonio di tutti ed è importante per delle caratteristiche che la rendono unica. Essa, infatti, è trasparente, riproducibile e garante della buona fede di chi compie ricerca a servizio del prossimo”.

In seguito ad un intervento introduttivo della prof.ssa Paola Dugo, Prorettrice alla Ricerca dell’Università di Messina che si è spesa fortemente per la realizzazione dell’evento, hanno preso parte alla Tavola Rotonda su “Gli attori italiani”, moderata da Paola Galimberti, alcuni tra i protagonisti principali del panorama Open Access nostrano: Donatella Castelli (CNR e componente tavolo di lavoro MUR per il Piano Nazionale per la Scienza Aperta 2021-2027, Carolina Manfredini, (Università di Milano e membro del capitolo nazionale CoARA – Coalition for Advancing Research Assessment), Maria Chiara Pievatolo (Presidente della Associazione Italiana per la promozione della Scienza Aperta su “Cultura Open in Italia”), Emma Lazzeri (CNR), e Susanna Mornati (Direttrice operativa di 4Science Italy).

La conferenza, aperta a docenti, ricercatori, dottorandi, studenti, come anche agli studiosi e alla cittadinanza interessata ai nuovi orizzonti dell’Open Science, ha dimostrato la valenza democratica del modello aperto di comunicazione scientifica e, nel contempo, la necessità di ampliarne maggiormente lo sviluppo in relazione al futuro che attende i giovani in procinto di compiere ricerche potenzialmente importanti per il mondo. La Dichiarazione di Messina fu sottoscritta in occasione del workshop nazionale “Gli atenei italiani per l’Open Access: verso l’accesso aperto alla letteratura di ricerca”; nel corso della cerimonia aderirono alla Berlin Declaration  le seguenti Università (in ordine alfabetico per località o area geografica): Bologna, Brescia, Calabria, Firenze, Foggia, Genova, Insubria, Lecce, Messina, Milano, Milano Bicocca, Milano Politecnico, Milano Vita-Salute San Raffaele, Modena, Molise, Napoli Federico II, Napoli L’Orientale, Napoli Partenope, Padova, Palermo, Parma, Piemonte Orientale, Roma LUMSA, Roma Tor Vergata, Roma III, Siena, Torino, Trieste, Trieste SISSA, Tuscia, Venezia IUAV, oltre all’Istituto Italiano di Medicina Sociale di Roma.