
Sicilia, emergenza 118: mancano 180 medici. Faraoni: “Serve riorganizzazione complessiva”
Nel 2024 oltre 427 mila interventi del 118 in Sicilia, ma la carenza di personale medico e gli equipaggi ridotti mettono a rischio la qualità dei soccorsi
Redazione Telemistretta 27 Ago 2025 11:45
Il servizio di emergenza-urgenza in Sicilia attraversa una fase di forte difficoltà. A riconoscerlo è l’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, che nel corso di un convegno ha ricordato i numeri del 2024: la SEUS, società che gestisce il 118, ha effettuato ben 427.389 interventi. Ma dietro queste cifre si nasconde una realtà complessa, segnata da carenze di personale e da equipaggi ridotti.
Il nodo principale resta la mancanza di medici: la dotazione prevista sarebbe di 590 unità, ma all’appello ne mancano circa 180. Oggi i camici bianchi in servizio sulle ambulanze sono soltanto 410. Sulle 252 ambulanze operative in tutta l’Isola, solo 108 possono contare sulla presenza di un medico a bordo, mentre la normativa nazionale prevede un medico ogni 60 mila abitanti.
“La carenza cronica di medici d’urgenza su tutto il territorio nazionale – ha sottolineato Faraoni – si somma alle assenze per ferie e malattie del personale in servizio. È indispensabile intervenire in maniera organica, con una riorganizzazione complessiva dei servizi di emergenza”.
Un ulteriore problema riguarda i bandi di reclutamento, spesso deserti. Ogni anno l’assessorato regionale pubblica avvisi per il reclutamento di medici dell’emergenza sanitaria territoriale, le cui graduatorie vengono poi gestite dalle Asp. L’ultimo bando garantisce copertura fino a settembre, quando ne sarà pubblicato uno nuovo. Intanto, è previsto anche il reclutamento di 101 autisti-soccorritori.
A lanciare l’allarme è stata anche la Fials. Secondo il sindacato, a causa della carenza di personale gli equipaggi sono spesso “depotenziati”, con ambulanze che escono con due soli operatori anziché tre. Una condizione che comporta gravi ricadute: maggiore responsabilità individuale, tempi di attesa più lunghi e la necessità di inviare più mezzi per lo stesso intervento.
“I problemi – scrivono i rappresentanti sindacali – compromettono la qualità e la tempestività dei soccorsi, mettendo a rischio la salute dei cittadini. Altro che visioni futuristiche, oggi si cerca solo di salvare il salvabile”.
Una situazione che, tra fermi tecnici improvvisi, postazioni rimodulate e presidi estivi attivati in emergenza, restituisce l’immagine di un sistema che rischia di non reggere il peso delle sue stesse criticità.