PALERMO. Arscerimonia daccoglienza dei deputati eletti. Nella foto Gaetano Galvagno GalvagnoGaetano1 66857080

Galvagno non lascia la presidenza Ars, “non cedo ai social, rispetto la magistratura”

Il presidente dell?Ars ha riferito in aula sull'inchiesta che lo vede accusato del reato di corruzione, inchiesta che vede indagata anche l'assessore al turismo Amata

1 Lug 2025 16:01

C’era tanta attesa per la seduta dell’Ars di oggi in cui il presidente Gaetano Galvagno ha riferito in aula sull’indagine in corso che lo vede accusato del reato di corruzione. Nonostante gli inviti alle dimissioni arrivati da alcuni esponenti dell’opposizione il presidente dell’Ars non intende dimettersi e respinge le pressioni ricevute: “Non sono attaccato alla poltrona, ma se lasciassi ora, affermerei il principio che un messaggio sui social valga più della Costituzione”, ha detto.
Galvagno ha sottolineato che l’indagine è ancora in corso e che, in uno Stato di diritto, vale il principio della presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio: “Non si possono invocare le leggi a convenienza”.
Dopo aver preso atto delle dimissioni della sua portavoce, Sabrina De Capitani — figura centrale nell’inchiesta sull’uso distorto dei fondi pubblici — il presidente dell’Ars ha precisato di non voler abusare della propria posizione istituzionale: “Non posso dire altro. Ho rispetto per la magistratura e sento di avere più doveri di ogni altro cittadino”.
Intanto però il filone dell’inchiesta si allarga e risulta essere indagata, sempre per lo stesso reato dalla Procura di Palermo anche Elvira Amata assessore al turismo delega ottenuta dopo il famoso caso Cannes”. Secondo la Guardia di Finanza, avrebbe elargito finanziamenti pubblici con particolare attenzione a Messina, suo bacino elettorale. Il suo nome compare in un’informativa insieme a quello del suo capo di gabinetto vicario Giuseppe Martino e dell’ex segretaria particolare Valeria Lo Turco. I tre sono legati anche da rapporti personali: Amata e Lo Turco condividevano un appartamento a Palermo, di proprietà di Marcella Cannariato, nota come “Lady Dragotto”, anche lei indagata.

È proprio Cannariato, in un’intercettazione, a chiedere aiuto a Martino per l’organizzazione di un evento a Palermo, Catania e Messina, sottolineando che “non è gratis”. Amata parla direttamente con Cannariato dell’iniziativa “Magico Natale”, al centro delle contestazioni rivolte a Galvagno. L’assessore sembra rassicurare Cannariato sulla possibilità di ottenere fondi grazie a una fideiussione: “Se tu fai la fideiussione, te li possono dare, certo”.

Ma l’evento, secondo un’altra intercettazione tra Amata e Lo Turco, sarebbe stato un flop: “Non oso pensare a Catania”, dice Amata.

Le indagini si concentrano anche sui rapporti economici tra Cannariato e lo staff di Amata: secondo i finanzieri, Martino e Lo Turco avrebbero ricevuto “compensazioni” per i favori fatti, tra cui l’utilizzo dell’appartamento della stessa Cannariato. La Procura, guidata da Maurizio De Lucia, ha già sentito alcuni indagati. L’inchiesta sembra destinata ad allargarsi: nelle 195 pagine dell’informativa ci sono molti omissis. Tra questi, uno riguarda un misterioso “Uomo 6”, forse un altro politico vicino a Galvagno.